Chiesa di Sant’Agata

Nel 1912, per interessamento di una novizia, la chiesa fu riscattata e ceduta (1914) all’arciprete della Matrice, che l’aprì al culto. Il monastero fu, invece, venduto dal demanio a privati che lo trasformarono in abitazioni. Si accede alla chiesa da un portale, su cui si apre una finestra rettangolare; ai lati, sopra un alto basamento, due coppie di colonne con capitello ionico si innalzano fino alla trabeazione, priva di decorazioni e con cornice orizzontale, che fa da coronamento alla facciata. L’interno della chiesa è ad aula rettangolare, con altari ai lati (rispettivamente, a destra, quello di S. Francesco di Sales e a sinistra, quello di S.Benedetto) e l’altare maggiore dedicato a S. Agata, dall’inquadratura architettonica seicentesca in pietra levigata e dipinta. Per il carattere di clausura di questo monastero (sotto la regola benedettina), sopra l’ingresso alla chiesa vi è una tribuna, caratterizzata dalle tradizionali “gelosie”, attraverso le quali le monache potevano assistere alle liturgie. La chiesa conserva ancora antichi paramenti, argenti e arredi sacri, custoditi presso il museo “S. Nicolò.

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