Settimana SantaSettimana Santa

Descrizione

I riti della Settimana Santa a Militello hanno una tradizione secolare ancora oggi caratterizzati da una grande partecipazione popolare. Il prologo può definirsi quello costituito dalla processione dell’ Ecce Homo, che si svolge nel giorno del Mercoledì Santo, allorché la secentesca statua in legno e canapa del Cristo legato a un ceppo (ospitata durante l’anno nella chiesa di Santa Maria della Stella) viene accompagnata, dopo il tramonto, per le vie meridionali della città, con fermate prestabilite nelle quali viene eseguito il tipico canto del “Popule meus”. Alla processione del “Cristo alla colonna” segue l’indomani la veglia del Cristo morto, una pratica devozionale che a molti osservatori può apparire insolita, dato che ancora la crocifissione non è ancora formalmente avvenuta. Così il militellese, per così dire, anticipa gli eventi, raccogliendosi in preghiera presso il corpo del Messia nella notte che precede la sua reale dipartita da questa terra. Il Venerdì Santo costituisce il culmine dei riti della Passione, curati dall’Arciconfraternita del SS. Crocifisso al Calvario. Si comincia in mattinata con la Via Crucis vivente, che prende il via dalla piazza antistante il sagrato della Chiesa Madre per concludersi nel piazzale della chiesa del Calvario, dove i figuranti lasciano il posto all’antichissima statua snodabile del Cristo, che viene issata lentamente, virtualmente sorretta da due lunghe fasce di tela bianche e infine fissata da tre chiodi in argento dorato che trafiggono le braccia e i piedi, sulla grande croce esposta nel portico della chiesa, mentre sotto di essa trovano posto le effigi della Madonna Addolorata, di S. Giovanni Apostolo e della Maddalena. Nel tardo pomeriggio avviene il rito della deposizione. Il corpo del Cristo è adesso completato da una corona di spine, posta sulla fronte, e da un diadema sul costato, composto di pietre preziose, mentre una raggiera dorata ne cinge il capo. Esso viene deposto su un’artistica lettiga impreziosita da un corredo magistralmente ricamato, sovrastata da un baldacchino, e portato mestamente per le strade cittadine, dove si ripetono le pause dedicate all’esecuzione del “Popule meus”, fra le quali la più sentita è quella che si svolge in contrada “Firrera”. Dopo un lungo percorso, a notte fonda, tutti si ritrovano all’interno della chiesa Madre per la sepoltura del Cristo in un sarcofago appositamente predisposto. Mette conto, segnalare, infine, che la domenica di Pasqua, è prevista l’esposizione della statua del Cristo Risorto da parte dei fedeli della chiesa di S. Benedetto Abate.

(Foto di Tonino Maccarrone)

La FestaSan Benedetto Abate

Giorno della Festa: 11 Luglio

Benedetto nacque a Norcia intorno al 480. Compì i suoi studi letterari a Roma, dove rischiò di farsi coinvolgere dalla corrotta gioventù romana e per questo motivo si trasferì con la sua nutrice a Enfide (l’odierna Affile). Qui compì il suo primo miracolo aggiustando un vaglio in legno (la nutrice di Benedetto chiese in prestito un setaccio, che accidentalmente si ruppe, Benedetto, viste le lacrime di dispiacere della donna, lo ricompose miracolosamente). Intorno al 500 si ritirò in una grotta nei pressi di Subiaco dove iniziò la vita eremitica.

Venerato per la sua virtù, Benedetto, secondo la tradizione, viene invitato da una comunità di monaci di Vicovaro ad assumere il governo del monastero. I tentativi di Benedetto di creare i presupposti per una nuova vita spirituale si infrangono contro l’ostinata volontà dei monaci, che tentano di ucciderlo con una coppa di vino avvelenato. Benedetto abbandona così Vicovaro e ritorna allo speco di Subiaco. Egli ben presto comprende la necessità di abbandonare definitivamente la vita ascetica per dedicarsi all’insegnamento. Fonda così dodici piccoli monasteri. La fama di Benedetto si diffonde anche presso la nobiltà romana, ma la gelosia e l’avversione per il successo che Benedetto riscuote tra i giovani, spinge un monaco di nome Fiorenzo a tentare di ucciderlo con del pane avvelenato. Il piano però non riesce e Benedetto decide allora di abbandonare tanta malvagità e di trasferirsi in un altro luogo, per edificare una nuova casa. Assicurato un definitivo assetto alla comunità sublacense, Benedetto inizia il suo viaggio verso l’antica città di Cassino, dove approda tra il 525 e il 529 e si dedica alla costruzione del nuovo monastero, dove resterà per sempre, dedito alla definizione della sua Sancta Regula.

La tradizione vuole che Benedetto muoia a Montecassino nel 547, il 21 di marzo. Nel 1964 Papa Paolo VI lo proclamò “Patrono d’Europa”.

(Militello.info)

Link al sito della parrocchia: Parrocchia di S. Benedetto Abate

La FestaSantissimo Salvatore

Giorno della Festa: 18 Agosto

Il culto del SS. Salvatore, a Militello, è antichissimo tanto da risalire al tempo dei Greci, come afferma lo storico locale don Pietro Carrera (1573-1636), secondo il quale la prima chiesa a tributare la devozione più antica a Cristo fu quella di Santa Sofia, termine che sta ad indicare la “Divina Sapienza”, appellativo con cui i Greci solevano indicare il SS. Salvatore.

Tale culto fu particolarmente coltivato dai Bizantini, i quali ci hanno lasciato una immagine del “Cristo Pantocrator” sulla nuda roccia all’interno di una grotta situata alla periferia sud-est dell’attuale abitato. In seguito alla dominazione Saracena (827-1085), i Normanni rinnovarono il culto al SS. Salvatore nei principali centri della Sicilia, innalzando in Suo onore templi e basiliche. Sotto le dinastie angioina ed aragonese il culto al SS. Salvatore venne ulteriormente incrementato, tanto che nel 1510 Giovanni Barresi, primo Barone di Militello, fece erigere una cappella che aveva il nome e l’immagine del Salvatore, ottenendone peraltro il privilegio di un beneficio.

La devozione al SS. Salvatore prevalse a Militello nei secoli. Regnando Ferdinando IV di Borbone (1751-1825), l’11 novembre 1788 il Vescovo di Siracusa, monsignor Trigona, elevò la Chiesa Madre di San Nicolò alla dignità di unica parrocchia, erigendola in Collegiata sotto il titolo del SS. Salvatore che fu, in quel secolo, l’unico patrono riconosciuto della Città.

Le festività esterne al culto del SS. Salvatore, nelle forme legate ai riti di derivazione greco-bizantina prima e cattolico-occidentale dopo, hanno luogo da tempo immemorabile. Dal secolo XVI agli anni sessanta del secolo XX, in occasione di tali festività si correva il “palio”, inizialmente sotto il titolo del SS. Bambino.

Della seconda metà del ‘700 è l’attuale e mirabile effigie del Santissimo Salvatore, commissionata su interessamento delle nobili famiglie dei Baroni Majorana della Nicchiara e Rejna, scolpita dal valente scultore palermitano Girolamo Bagnasco e successivamente arricchita da un sontuoso fercolo, o “vara”, opera di grande pregio artistico e particolare equilibrio stilistico e statico, eseguita dal ragusano Corrado Leone. La sacra effigie è impreziosita da arredi ed ex-voto in oro e argento dei secoli XVII-XIX. Da sempre ogni militellese si prostra devotamente in adorazione davanti a Lui, recando con se, in ogni circostanza o necessità, un’icona del “Divinissimo”, tanto da diventare, nel tempo, uno dei simboli principali della propria identità culturale e religiosa. In occasione della Sua annuale festività patronale (18 agosto), i figli della Terra ritornano da ogni parte del mondo a testimonianza di quell’indissolubile legame con le proprie radici, destinato a non affievolirsi col trascorrere del tempo.

(Militello.info)

La FestaMadonna della Stella

Giorno della Festa: 8 Settembre

Un martirologio dell’ex Cattedrale di Lentini del sec. XVI riporta la festività della Beata Vergine Maria in Militello celebrata con grande concorso di popolo. Lo storico locale don Pietro Carrera (1573-1647), nella sua “Relazione delle chiese e figure della Beata Vergine che sono in Militello” informa che “ai tempi antichi fu (la Madonna) celebre per molti miracoli, li quali si sanno solamente per fama, e di ciò possiamo non puoco lamentarci della trascuraggine di quella età”. Informa, altresì, che “la Madonna si conduce l’otto di Settembre e nel giorno dell’ottava con solennissima processione e poiché la festa è fatta dalla Comunità si corre il palio e si fa la fiera”.

Nelle occasioni di necessità, di penuria di piogge e di terremoti il popolo si raccoglieva attorno alla Madonna “ed assai volte se ne è veduta evidentissima esperienza” (così riferisce il Carrera). Per evitare l’eccessiva esposizione della Madonna, il Principe dispose che essa fosse messa in una nicchia, le cui porte dovevano essere serrate con tre chiavi (esposte nella sala argenti) da tenersi una il Principe, una il Parroco e una i Giurati. Nella sagrestia si può leggere una copia del bando della festa dell’anno 1783.

Ancora oggi la festa si celebra con grande concorso di popolo anche forestiero. Un popolo immenso che viene rapito dalla Madonna, che la guarda e piange, che la segue e prega. La festa inizia il 29 Agosto con la Cantata. Si porta per alcune strade un quadro della Madonna e si canta un inno. È l’annuncio dell’apertura dei festeggiamenti. Il 6 Settembre dalla vecchia Chiesa si porta in processione il Reliquiario fino alla nuova Chiesa. Il giorno 7 di Settembre il Sindaco, l’Autorità Giudiziaria ed il Parroco, con le tre chiavi, procedono all’apertura delle porte della cappella della Madonna. Il giorno 8 di Settembre, nel pomeriggio, la processione del simulacro per le vie della città. Il giorno 16 di Settembre il Simulacro viene riposto nella cappella e si procede alla chiusura delle porte.

(Militello.info)

Link al sito della parrocchia: Parrocchia S. Maria Della Stella

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