Chiesa di Sant’Antonio di Padova

Il culto di S. Antonio di Padova a Militello è collegato ad un episodio che sarebbe accaduto presumibilmente nel 1222, allorché il santo francescano, in occasione del suo secondo viaggio in Sicilia, durante il suo trasferimento, pedibus calcantibus, da Lentini a Vizzini, si fermò per un breve riposo nello stesso luogo dove poi sorse una piccola edicola a ricordo dell’evento. Preceduta dalla fondazione di una confraternita dedicata al Santo, la chiesa vera e propria fu edificata nel 1503, per essere accresciuta nel 1574 con una singolare cappella a pianta quadrata, detta del Santo Sepolcro, posta alla fine della navata, su cui si innesta una volta dalla base ottagonale che termina in un cupolino sormontato, all’esterno, da una banderuola che raffigura un elefante, e che sembra rimandare allusivamente all’area catanese di cui il pachiderma è emblema araldico. Non si conosce l’autore del progetto, ma si ipotizza il coinvolgimento di figure cardine del Rinascimento siciliano come Giandomenico o Antonuzzo Gagini. Con il terremoto del 1693, come racconta una testimonianza dell’epoca, caddero molte fabbriche col Campanile, ma non rovinò dell’intutto la Chiesa. Il nuovo caratteristico campanile a cuspide bicromo fu elevato nel 1716, mentre si susseguirono senza requie per ben due secoli vari lavori di consolidamento, aggiustamenti, restauri e nuovi inserimenti, come la costruzione di una piccola cappella dietro quella cinquecentesca per custodirvi la statua del Santo (1735). La chiesa dovette subire pure i contraccolpi di un terremoto nel 1838, che portò alla parziale rovina del soffitto ligneo. Ma i problemi strutturali e di stabilità sono proseguiti fino ai giorni nostri. I culti più importanti, oltre a quello verso S. Antonio, erano rivolti alla Madonna di Monserrato (o Madonna delle Rose) e a S. Biagio. La statua del santo di Padova si conserva nella chiesa madre di Militello, mentre nel Museo S. Nicolò è possibile ammirare una Madonna e S.
Biagio, opera pittorica di Giovanni Battista Baldanza jr. della prima metà del ‘600, e l’effige cinquecentesca della Madonna di Monserrato, di Matteo Frazzetto. La festività di S. Antonio di Padova è stata trasferita da molto tempo presso la Basilica di S. Maria degli Angeli (o dei Cappuccini), dove si celebra il 13 giugno di ogni anno. (P2619)

Pio Salvatore Basso


BIBLIOGRAFIA
Cenni storici sulle Chiese di Militello distrutte dal terremoto dell’11 Gennaio 1693, di don Giuseppe Scirè (Tipografia Ed. C. Riccioni, 1923); Guida al sistema museale “Sebastiano Guzzone”, di Autori Vari (Edizioni Il Minotauro, 2005); Guida turistica di Militello in Val di Catania, di don Mario Ventura (La Nuovagrafica, 1969); Militello dall’A alla Z, di Autori Vari (Biblioteca della Provincia Regionale di Catania, 2003); Militello in Val di Catania, di Autori Vari (Allegato alla rivista “Kalos. Luoghi di Sicilia”, n. 6, nov.-dic. 1996); Militello in Val di Catania, di Autori Vari (Il Garufi Edizioni, 2013); Militello in Val di Catania nella storia, di Mario Aurelio Abbotto (Edizioni Novecento, 2008); Piana di Catania (La) – Militello in Val di Catania, attrib. Giuseppe Pagnano (sta in: “L’Italia. Sicilia”, a cura del Touring Club Italiano, 2005); Museo di San Nicolò. Militello in Val di Catania, a cura di Claudia Guastella e Giuseppe Pagnano (Supplemento a “Etna Territorio” n. 12/1992); Organismo centrico della Maniera (Un). Rilievo della cappella di S. Antonio di Padova in Militello Val di Catania, di Giuseppe Pagnano (Supplemento al “Quaderno 13 dell’Istituto Dipartimentale di Architettura ed Urbanistica – Università di Catania”, Vito Cavallotto Editore, 1983); Storia di Militello, di don Salvatore Abbotto (inedito, 1957); Storia di Militello in Val di Catania, di don Mario Ventura (La Nuova Sicilia Editrice, 1953). ALTRE FONTI: Archivio Storico Comunale (carte sciolte, minute, relazioni, etc.).

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