Chiese di Campagna

Dei molti edifici di culto disseminati attorno all’abitato (e di altri, di modeste proporzioni, nell’abitato stesso), anche sotto forma di chiese rupestri, di cui si è tramandata la memoria con poche testimonianze ed irrisorie note storiche, oggi ne sopravvivono soltanto tre. Di essi se ne fa un rapido cenno.

CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE

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Si trova poco discosta dal centro abitato, verso est, addossata su un fianco roccioso della antichissima strada sterrata che conduce a Scordìa attraversando la valle del Loddiero. La fondazione è cinquecentesca, e si deve a Costanza Barresi, figlia di Blasco II, signore di Militello. La chiesa si compone di una piccola aula, con annessa sagrestia dove permane qualche traccia di vetustà nella volta a tutto sesto in pietra intagliata, essendo stato l’edificio quasi del tutto rifatto nel XIX secolo. Ogni anno, il 2 luglio, festività della Madonna delle Grazie, la chiesa è meta di un sobrio ancorché fervido pellegrinaggio. (P6619)

Pio Salvatore Basso

CHIESA DELLA SANTA CROCE

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Si tratta di una piccolissima chiesa la cui origine si lega al leggendario avvistamento di una croce luminosa da parte di due naufraghi al largo della Sicilia, i quali avrebbero fatto voto di erigere un sacro tempio in onore della croce nel luogo dove essa era apparsa se fossero scampati al naufragio. Questo luogo si rivelò essere l’odierna collina sita presso lo scalo ferroviario di Mineo, nell’estremo limite sud-occidentale del territorio di Militello (a poco meno di 700 metri sul livello del mare), e lì sarebbe sorta la chiesa nel XV secolo. Al di là di ciò, nella sua edificazione appare più probabile l’impulso dato dal feudatario del luogo per mere esigenze sia territoriali che religiose, riguardo al quale si possono fare solo delle ipotesi non suffragabili da alcuna prova documentale. La chiesa, che risulta essere stata ricostruita un secolo fa, conserva ancora al suo interno una bella volta a costoloni di impronta gotica, mentre sono andati quasi del tutto perduti gli affreschi delle pareti. Da tempo immemorabile sussiste la tradizione di convenire presso la chiesa per un agreste raduno di fede e di spensieratezza. Originariamente ciò succedeva il tre maggio di ogni anno (anche per ricollegarsi alla data della apparizione della Croce ai due naufraghi), mentre adesso accade nel giorno della Festa dei Lavoratori. (P6619)

Pio Salvatore Basso

CHIESA DEL SANTISSIMO CROCIFISSO AL FRANCO

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La chiesa, molto piccola, è poggiata su un cocuzzolo di roccia nella contrada da cui prende il nome, a nord del paese, nei  paraggi della strada provinciale per Scordìa e Catania. E’ ignota la data della fondazione, ma potrebbe essere settecentesca. Nel suo momento di maggior fulgore la chiesa era interessata da un pellegrinaggio che vi si svolgeva in corrispondenza della festa del Crocifisso. Proprio la figura del Cristo in croce è dipinta nella parete centrale, dove una volta doveva esserci l’altare, per quanto sia quasi irriconoscibile. Ai lati, in condizioni ugualmente deteriorate, si stagliano due santi (presumibilmente gli apostoli Pietro e Paolo).  Nelle pareti laterali sono ingenuamente raffigurate delle colonne (tre per lato) per dare l’effetto della navata di una chiesa. La custodia dell’edificio era stata affidata ad una famiglia di Militello che, però, rinunciò ad occuparsene allorché alla chiesa venne a mancare il sostegno del relativo censo. Ciò ne causò il rapido decadimento, il quale permane ancora oggi malgrado un restauro parziale fatto negli anni ’70 del XX secolo. (P6619)

Pio Salvatore Basso

CAPPELLA DELL’AMBELIA

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Mette conto citare fra le chiese di campagna anche quella facente parte della tenuta dell’Ambelia, in territorio di Militello, ma più vicina all’abitato di Scordìa. La tenuta in questione sorse nel Seicento, auspici i principi don Francesco Branciforte e donna Giovanna d’Austria. Anche qui i signori di Militello, come già avevano fatto nel proprio castello, dove avevano un oratorio privato, ritennero di accogliervi una piccola cappella. Oltretutto, Ambelia fu allietata dalla nascita di due figlie della coppia, che lì furono anche battezzate. L’ingresso della cappella in questione, sul cui tetto spicca una croce, riporta sull’architrave la data 1700, forse in memoria di una sua ricostruzione. Essa si affaccia sull’ampia corte della residenza, che ricorda, per certi aspetti, quello del castello di Militello, dove è sistemata la fontana della Zizza. Anche qui c’è una piccola fontana, sormontata da una conchiglia, con un’epigrafe quasi illeggibile. La grande tenuta, successivamente, passò ai Benedettini e quindi, a causa delle leggi di soppressione del 1866, allo Stato Italiano, che vi impiantò l’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, attivo ancora oggi. (P6619)

Pio Salvatore Basso

 


BIBLIOGRAFIA
Cenni storici sulle Chiese di Militello distrutte dal terremoto dell’11 Gennaio 1693, di don Giuseppe Scirè (Tipografia Ed. C. Riccioni, 1923); Guida al sistema museale “Sebastiano Guzzone”, di Autori Vari (Edizioni Il Minotauro, 2005); Guida turistica di Militello in Val di Catania, di don Mario Ventura (La Nuovagrafica, 1969); Militello dall’A alla Z, di Autori Vari (Biblioteca della Provincia Regionale di Catania, 2003); Militello in Val di Catania, di Pio Salvatore Basso (Comune di Militello in Val di Catania, 1993); Militello in Val di Catania, di Autori Vari (Il Garufi Edizioni, 2013); Militello in Val di Catania nella storia, di Mario Aurelio Abbotto (Edizioni Novecento, 2008); Relazione delle chiese e figure della Beata Vergine che sono in Militello, di don Pietro Carrera (1608; stampa Ediz. Comune di Militello V.C. – 1998); Storia di Militello, di don Salvatore Abbotto (inedito, 1957); Storia di Militello in Val di Catania, di don Mario Ventura (La Nuova Sicilia Editrice, 1953).

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